Massimiliano Drisaldi
Massimiliano Drisaldi è nato a Roma nel 1939. Ha frequentato la scuola libera del nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma e corsi di incisione presso il Centro d’Arte “Architrave”, dove ha approfondito tutte le tecniche di incisione su metallo. È uno dei più importanti rappresentanti della scuola incisoria romana. Maestro rigoroso delle diverse tecniche dell’incisione e amante del paesaggio romano-pontino.
Dal 1974 si dedica all’attività artistica di incisore e pittore. Ha partecipato a numerose mostre collettive e rassegne d’arte, a carattere nazionale e internazionale, oltre a mostre personali, se pur in minor numero.
Negli ultimi anni la sua attività artistica si è rivolta prevalentemente all’incisione, realizzando oltre trecentocinquanta lastre.
Negli anni ’80 si è dedicato anche all’insegnamento, nell’ambito di una serie di seminari organizzati nel Centro Polivalente di attività culturali di Palazzo Rivaldi di Roma, tenendo corsi teorico-pratici insieme ai maggiori artisti operanti nel campo dell’incisione (tra cui Attardi, Calabria, Fodaro, Maccari, Velly, Vespignani). Nel 1990 è stato uno degli incisori selezionati per rappresentare l’Italia alla “Intergrafik 90”, nona Triennale Internazionale di Grafica della ex Repubblica Democratica Tedesca. Nel 2012 ha vinto il “Premio COMEL Vanna Migliorin Arte Contemporanea” con l’opera “Inverno” puntasecca su alluminio mm 500 x 700.
Nel 2013 gli è stato assegnato il Premio Immagine per l’arte.
” Molte immagini mi hanno sempre affascinato dell’Agro Pontino: le distanze sconfinate della campagna con i suoi silenzi, il cielo con i suoi colori e le nuvole, i canali nascosti dalle file di eucalipti. Quanta differenza con i suoni e la “caciara” del mio Trastevere, con i suoi personaggi pittoreschi e i mercati pieni di vita! “
Dei paesaggi dell’Agro pontino ho inciso tante, tantissime lastre, ho prediletto inizialmente proprio la campagna con i casolari sparsi, i contrasti decisi di luci e di ombre, le canne e gli alberi in fila, silenti. Ho ammirato e indagato a fondo le città nuove con le loro architetture metafisiche, le ho tradotte su lastre di zinco e le ho esposte in numerose mostre personali. Questo in estrema sintesi il mio percorso di incisore e pittore in terra pontina.
Nel mio cuore però coltivo il piacere dell’introspezione, dello studio di tipi umani caratteristici, volti di uomini e donne segnati dalla fatica quotidiana, dal “male di vivere”, immagini di neorealismo così frequenti nel mercato di San Cosimato o nelle piazze e nei vicoli del mio quartiere natìo. Volti scavati dalle rughe, proprio come fa l’acido con la lastra quando ferisce il metallo. Grazie a un’opera, intitolata “Omaggio a Menotti Garibaldi”, ho sentito l’esigenza di un ritorno alle origini del mio lavoro artistico, quando la figura umana era il tema dominante delle mie creazioni. Credo di esserci riuscito.
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